Introduce Mons. Pasquale Iacobone

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Su concessione del MiBACT – Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’area Metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale.
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Qualche notizia

Scoperte negli anni sessanta dello scorso secolo (ormai precisazione necessaria) durante una ricognizione della British School of Rome, le catacombe di Monte Stallone sono state ricavate all’interno dell’ omonima collina e costituiscono l’unica testimonianza della diffusione del cristianesimo a Formello.

Sono un piccolo gioiello, seppure di modeste dimensioni, magnificamente restaurate e visitabili per tutta la loro estensione, circa una trentina di metri. Sono formate da cinque brevi gallerie che si sviluppano su un unico livello e da un cubicolo.

Si tratta prevalentemente di tombe a loculo disposte in maniera disordinata e senza un piano preciso, in file di quattro a cinque. Anche il piano di calpestio sul quale camminiamo e stato utilizzato per inumazioni. Se le prime tombe sono solo loculi, andando avanti invece compaiono i primi tumuli ad arco, detti arcosali alcuni dei quali con resti di intonaco.

Alcune sepolture più prestigiose mostrano tracce di intonaco bianco e rosso, mentre piccole nicchie a lato dei loculi ospitavano delle piccole lucerne.

Questa catacomba doveva servire una piccola comunità rurale, i loculi sono appena trecento, e i corredi funerari sfuggiti ai saccheggi, molto semplici: orecchini d’oro, monete, qualche braccialetto in bronzo, contenitori di vetro e lucerne, esposti nel Museo di Formello.

Risulta eccellente l’opera di restauro ad opera della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.